Durante l’ora di Religione, il professor Diego Maltese ci ha proposto qualcosa di diverso: non una lezione, ma un incontro. Un incontro con due storie vere, le storie di Raul e Moussa, due ragazzi arrivati nella nostra scuola dopo un lungo e difficile viaggio. Vogliamo raccontarle con le loro parole, perché in esse ci sono dolore, forza, ma anche tanta speranza.

Raul: la forza di chi non si arrende

Raul ha 17 anni e viene dalla Costa d’Avorio. La sua storia comincia a Daloa, una città dove è nato e cresciuto in una famiglia modesta. A tre anni perde il padre. La madre fa di tutto per occuparsi dei figli, ma dopo un incidente non riesce più a lavorare. A soli undici anni, Raul decide di partire.

Inizia così un viaggio lunghissimo: dal Mali all’Algeria, lavorando ovunque riesca, sopravvivendo tra fame e fatica. Passa due anni in Algeria, poi si sposta in Tunisia. Qui viene truffato da uno scafista, ma non si arrende. Lavora ancora, riesce perfino a mandare i soldi alla madre per un’operazione. Poi prende una decisione definitiva: salire su una barca per raggiungere l’Italia.

Il viaggio in mare è terribile. Il motore si rompe, restano alla deriva per quattro giorni. Alla fine, una ONG li salva. Raul ha 16 anni quando arriva a Lampedusa. Dopo un periodo nel centro di accoglienza, viene trasferito in Sicilia, a Mazara del Vallo. Qui finalmente può iniziare una nuova vita: studia, lavora come falegname e sogna di diventare elettricista.

Moussa: il coraggio di chi aiuta gli altri

Anche Moussa viene da Daloa, ma lui e Raul non si conoscevano prima di arrivare in Italia. La sua storia è simile. A 11 anni lascia la famiglia e parte per il Mali. Attraversa il deserto, vede morire persone di fame e di sete, ma non può fermarsi. È la dura legge del viaggio: o vai avanti, o resti indietro.

In Algeria vive per strada, lavora per sopravvivere. Riesce a chiamare casa, ma non torna indietro. La sua strada ormai è un’altra. Dopo due anni, riesce ad arrivare in Tunisia. Fa il muratore, raccoglie i soldi necessari per pagare il passaggio verso l’Europa.

A Sfax, in un centro dei trafficanti, aspetta con tante altre persone. Quando arriva il momento di salire sulla barca, Moussa nota una donna con due bambini che non riesce a raggiungere l’imbarcazione. Nessuno si ferma. Ma lui sì. Torna indietro, li prende in braccio e li porta in salvo. Come un eroe dell’antichità, come Enea che fugge da Troia portando suo padre e suo figlio.

Dopo giorni in mare, anche Moussa arriva a Lampedusa. Lì conosce Raul. Oggi vivono nella stessa comunità a Mazara del Vallo. Studiano, lavorano, condividono sogni, paure e speranze. Sognano, un giorno, di tornare a casa, non più da soli, ma con una vita costruita con dignità.

Per noi, le loro storie sono un insegnamento

Ascoltare Raul e Moussa ci ha fatto capire che non tutti partiamo dalle stesse condizioni. Alcuni di noi arrivano con uno zaino pieno di libri. Altri con uno zaino pieno di ferite. Ma tutti abbiamo diritto a una possibilità, a un futuro, a un sogno.

“La forza di un uomo non si misura dal suo pugno, ma dalla tristezza di cui riesce a farsi carico.” È una frase che Raul ci ha lasciato. E noi vogliamo condividerla con voi.

A tutti i compagni rifugiati nella nostra scuola: benvenuti. Siamo felici che siate qui.