Il 1 Ottobre è la Giornata Internazionale del Caffè, un’occasione perfetta per celebrare la nostra bevanda preferita, quella che ci accompagna (quasi) sempre. Io, 17 anni e studente, lo dico chiaro: il caffè è un po’ come un amico un po’ pazzo, ci salva le giornate, ma a volte ti fa anche impazzire.
Il caffè sa darti la carica quando il sonno sembra aver vinto, ti sveglia meglio di qualsiasi sveglia e ti aiuta a concentrarti. È quel piccolo rituale che, bevuto al mattino o durante una pausa, ti mette in pace col mondo. E diciamolo: bere una tazzina di caffè è un
piacere tutto italiano, un momento da gustare anche solo per il profumo che ti invade i sensi.
Ma, come ogni eroe, anche il caffè ha il suo lato oscuro. Se esageri, può trasformarti in una specie di iperenergico insonne che gira a mille e poi crolla come un sacco di patate. Troppa caffeina e il cuore inizia a battere come se avessi fatto una maratona, la testa si riempie di nervosismo, e quella tanto amata carica diventa un fastidioso turbo che ti impedisce di rilassarti. Senza contare che non tutti reagiscono allo stesso modo: per qualcuno può diventare un problema, specialmente se si esagera a lungo andare.
il caffè, purtroppo, non è una pozione magica che risolve tutto. Non può sostituire una buona notte di sonno, né eliminare lo stress dello studio o delle giornate storte. Può solo darti una mano, ma la vera forza la devi trovare dentro te stesso (anche se una tazza di caffè aiuta parecchio).
Alla Giornata Internazionale del Caffè, brindiamo con la nostra tazzina, ma con un occhio al bicchiere mezzo vuoto. Il caffè non è mai troppo? Forse a volte sì, ma vale la pena provarci, a patto di conoscerne i limiti e gustarne i pregi senza esagerare. Perché, in fondo, come dice il mio motto, il caffè è un po’ come la vita: va preso con gusto, ma senza perdere il controllo.