Ogni anno, il 25 novembre, si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Non è solo una data sul calendario, ma un momento per fermarci a riflettere su un problema che esiste ancora, anche vicino a noi, nelle case, nelle strade, nelle scuole.
La violenza non è solo fisica: può essere psicologica, verbale, economica, digitale. A volte si nasconde dietro frasi umilianti, controlli sul telefono, gelosia esagerata, isolamento dagli amici. Riconoscerla è il primo passo per contrastarla.
Nelle scuole possiamo fare molto: ascoltare, sostenere, non giudicare. Promuovere relazioni basate sul rispetto, sull’uguaglianza e sul consenso. Le parole contano, i gesti contano, il silenzio pure.
Questa giornata ci ricorda che nessuno deve sentirsi solo. Se vivi o vedi situazioni di pericolo, parlare con un adulto di fiducia può fare la differenza. Esistono centri e numeri dedicati, come il 1522, attivo 24 ore su 24.
Cambiare la cultura è possibile, e può partire da noi: dai corridoi della scuola, dalle nostre scelte, da come ci rivolgiamo agli altri.
Perché dire basta è un dovere, ma costruire un futuro diverso è una responsabilità condivisa.


